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Come sta andando la MIFID 2. E un'iniziativa di Moneyfarm

La MIFID 2 prometteva di essere un crocevia dirompente per la trasparenza degli investimenti. Ma è andata davvero così? Lo hanno analizzato la School of Management del Politecnico di Milano e Moneyfarm. Che propone l'iniziativa Rendi(ti)conto

di Redazione Soldionline 29 nov 2019 ore 11:53

mifid-2La normativa MIFID 2 prometteva di essere un crocevia dirompente per la trasparenza dell’industria finanziaria: un insieme di regole finalizzate – tra le altre cose - a definire uno standard nella comunicazione dei costi degli investimenti, spesso affogati in complesse strutture di spesa.

Il discorso vale per tutti i paesi europei, ma soprattutto per l’Italia. Non un paese d’eccellenza – a livello continentale - quando si parla di trasparenza, da una parte, ma anche di educazione finanziaria, dall’altra.

Ma è andata davvero così? La MIFD 2 ha risolto i problemi che attanagliano il comparto? A questa domanda hanno tentato di rispondere Moneyfarm e la School of Management del Politecnico di Milano. In una recente ricerca la società internazionale di gestione del risparmio e la divisione dell’ateneo meneghino hanno analizzato la qualità delle informative ex post (a consuntivo dell’anno 2018) di 18 tra i principali intermediari finanziari italiani. Lo studio si è focalizzato, in particolare, sulla rendicontazione annuale inviata a milioni di investitori retail italiani.

 

LA POSIZIONE DI MONEYFARM

Interpellato sulla ricerca, il ceo di Moneyfarm Giovanni Daprà ha evidenziato come in Moneyfarm siano convinti che “il costo sia una delle voci determinati per trarre valore da un investimento nel lungo periodo”. Secondo il manager “è importante capire la relazione tra costi e rendimenti nel lungo periodo – una relazione che a molti non appare così immediata - ed è importante capire per cosa si paga: soluzioni d’investimento sofisticate, consulenza di qualità, know how oppure costi di distribuzione o oneri analoghi?”.

Ma cosa si auspica, per il futuro dell’industria, il cofondatore di Moneyfarm? A Daprà più che una diminuzione dei costi piacerebbe vedere una semplificazione: “l’industria finanziaria è caratterizzata da elementi di complessità nella struttura del costo che non sono comuni a nessun’altra industria e che sono evidentemente figli di una scarsa trasparenza”.

 

RENDI(TI)CONTO

Sulla base di questa posizione, Moneyfarm ha lanciato l'iniziativa Rendi(ti)conto. Il gruppo mette a disposizione del pubblico i proprio consulenti per un’analisi - senza impegno e riservata - dei rendiconti ricevuti dalla propria banca. Il fine è quello di aiutare le persone a capire l’impatto dei costi sui propri investimenti. Per maggiori informazioni e per prenotare un appuntamento: Rendi(ti)conto di Moneyfarm.

 

I RISULTATI DELLO STUDIO SULLA MIFID 2

Quali i risultati di questo studio? In primis che la maggior parte degli intermediari non è riuscita a recepire in toto le indicazioni della MIFID 2. Molti documenti risultano ancora poco chiari e leggibili e non sono stati recapitati con tempestività (arrivando nei mesi estivi). Poco meno di 3 rendiconti su 10 riportavano informazioni focalizzate esclusivamente sui costi, come prescritto dalla normativa. Con le parole ”costi” o “oneri” che appaiono un po’ indigeste, visto che nel 56% dei casi questi termini non sono stati richiamati espressamente nell’intestazione.

Altre evidenze emerse dallo studio indicano che solo 5 intermediari su 18 hanno rispettato integralmente tutti i requisiti minimi imposti dalla normativa e dai regolamenti attuativi di secondo livello. E che nessun intermediario è riuscito a seguire tutte le raccomandazioni indicate dalle Q&A dell’ESMA e dalle Linee Guida pubblicate da Ascofind.

Moneyfarm e School of Management del Politecnico di Milano hanno così raccolto tutte le informazioni in un unico indicatore di valutazione, elaborando una griglia di sintesi che ha assegnato un  “voto” finale in trentesimi. Da questa osservazione emerge come complessivamente, il voto medio sia pari a 21,4. Che 4 rendiconti non raggiungono la sufficienza (a causa di lacune rilevate nella sezione delle informazioni obbligatorie). E che solo 3 rendiconti totalizzano un punteggio superiore a 26/30.

Ecco, graficamente, come si sono distribuiti i voti:

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