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La teoria del prospetto: quando vince lo status quo

Perché le scelte non sono quelle previste dalla teoria classica

di Ilaria Carretta

La Teoria del Prospetto, postulata da Kahneman e Tversky nel 1979, poggia sulla constatazione che gli individui sembrano valutare ogni possibile esito di una decisione sulla base di un punto di riferimento, o status quo, quale può essere, per esempio, la loro situazione al momento della decisione.

La teoria del prospetto è una teoria descrittiva, il cui obiettivo è quello di spiegare come e perché le scelte si discostino, in maniera sistematica, da quelle previste dalla teoria standard della decisione e quindi perché i decisori violino frequentemente gli assiomi di base della teoria dell’utilità attesa e del comportamento razionale. 

La conclusione principale a cui sono giunti, nel corso del loro lavoro di ricerca, gli autori impegnati su questo versante risulta essere la verifica dell’esistenza di framing effect per cui enunciazioni logicamente equivalenti (ma non in modo trasparente) conducono a scelte differenti di decisione. Decisioni queste che sembrano essere dettate da altre tipologie di variabili, quali il linguaggio utilizzato, il contesto in cui è inserita la scelta, la natura del problema oppure la percezione psicologica soggettiva del problema.

Questo aspetto potrebbe, di fatto, spiegare il motivo per cui gli individui si comportano in modo differente quando sono messi di fronte a possibili guadagni o a possibili perdite; nel primo caso sono avversi al rischio mentre nel caso di possibili perdite sono propensi ad assumersi dei rischi.

Dal punto di vista concettuale la teoria del prospetto introduce alcuni importanti concetti che, di fatto, mettono completamente in discussione gli assiomi della teoria decisionale classica:
  1. violazione della linearità nelle probabilità. Esiste un diverso trattamento qualitativo delle lotterie degeneri e una diversa percezione del rischio in caso di basse probabilità;
  2. reflect effect. E’ violato l’assunto secondo cui l’atteggiamento verso il rischio è invariato in presenza di premi negativi;
  3. isolation effect. In presenza di un processo di scelta a più stadi non è vero che il decisore guarda ai livelli di ricchezza finale probabile.
In aggiunta a ciò, la funzione di utilità proposta da Von Neumann e Morgenstern viene sostituita dalla “funzione di valore” con le seguenti caratteristiche: 
  1. è definita su guadagni e perdite; 
  2. è concava nel dominio dei guadagni;
  3. è convessa nel dominio delle perdite (rispettivamente avversione al rischio e propensione al rischio); 
  4. è notevolmente più ripida nel dominio delle perdite.
In conclusione, possiamo affermare che la teoria del prospetto assegna grande importanza al modo in cui viene interpretato il problema decisionale dal momento che le evidenze sperimentali dimostrano che problemi formalmente uguali ma descritti in termini di guadagni ed in caso di perdite danno origine a decisioni differenti.

Uno dei principali campi di applicazione della Teoria del Prospetto è il mondo dei mercati finanziari e dell’investimento.

Ilaria Carretta

Bibliografia
Kahneman D., Tversky A. (1979). Prospect theory: An analysis of decision under risk. Econometrica, 47, 263-291.
Kahneman D., Tversky A. (1981). The framing of decisions and the psychology of choice. Science, 211, 453-458.
Kahneman D., Tversky A. (2000). Choice, values, and frames. New York: Russell Sage Foundation. 


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